Sisa Centro-Sud aumenta il capitale e apre due nuovi negozi

Via libera all’aumento di capitale per Cedi Sisa Centro Sud, società consortile e centro distributivo di Sisa spa che raccoglie gli store italiani dell’area centro-sud e che, tra oggi e domani inaugura due nuovi punti vendita. Uno a Giffoni Valle Piano, che apre i battenti oggi e che nasce dalla ristrutturazione di un vecchio negozio della catena, ed uno a Sarno la cui apertura è prevista per domani.

La ricapitalizzazione. In anticipo sui tempi previsti dalla delibera del 10 dicembre 2013, l’aumento di capitale, da 2,5 a 10 milioni di euro, è stato sottoscritto e versato in questi giorni. «Con queste nuove condizioni – ha commentato Aldo Pettorino, presidente Cedi Sisa – ci sono ulteriori solide basi per livelli operativi diversi e ancora più adeguati. L’espressione della base dimostrata con questa operazione è oltretutto una chiara attestazione della fiducia concessa ai vertici della società».

I fornitori. Le continue variazioni di mercato si legge in una nota dell’azienda – , le normative in essere e le future, la restrizione del credito e alcune condizioni commerciali hanno così avuto una risposta diretta da parte del Cedi SISA Centro Sud. I fornitori hanno sempre più bisogno di garanzie rispetto ai pagamenti e rispetto al valore rappresentato da ogni singolo cliente. E’ una logica di mercato. L’art 62 ha imposto nuove regole e i clienti dell’industria valgono ormai per quello che riescono a rappresentare in termini di sicurezza finanziaria e all’interno delle assicurazioni che ognuno dei distributori vale per l’industria stessa.

L’ortofrutta. Tra le finalità di questo aumento, di capitale c’è quello di fornire una maggiore garanzia ai fornitori, che per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, muovono un fatturato da circa 30 milioni l’anno che rappresenta circa il 4% del totale fatturato della catena sull’area Centro-Sud, un territorio che comprende Campania, Puglia, Basilicata, Molise e basso Lazio.

«La ricapitalizzazione – ha spiegato Arturo D’Alessandro, direttore generale della società consortile – era un atto dovuto per adeguare il capitale alla dimensione del volume di affari della società che negli anni è cresciuta parecchio. Nel nostro territorio se è vero che ci sono i soci più piccoli che registrano delle difficoltà anche in relazione alla difficoltà di accedere al credito bancario, quelli più grandi invece vanno abbastanza bene e fanno si che il marchio Sisa cresca».

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