Bastano 80 grammi di prugne al giorno: intestino e salute ringraziano

Una recente indagine inglese, condotta dal King’s College London e finanziata dal California Prune Board, dimostra l’efficacia delle prugne secche sull’apparato digerente con un consumo giornaliero di 80 grammi, meno di quanto raccomandato dall’European Food Safety Authority

prugne

Mangiare 100 grammi di prugne secche al giorno contribuisce al normale funzionamento dell’apparato digerente. Lo conferma l’Efsa – European Food Safety Authority.

Ma un nuovo, recente studio si spinge oltre e dimostra che, per ottenere gli stessi benefici, si può mangiarne anche meno, perché le prugne sono di per sé una ricca fonte di fibre e assumerne regolarmente la giusta quantità apporta benefici evidenti al nostro intestino e, quindi, a tutto il corpo.

L’indagine e l’oggettività dei parametri

A condurre la nuova ricerca è il professor Kevin Whelan del King’s College London, il centro accademico per eccellenza sulla nutrizione e sulla salute digestiva, insieme con alcuni ricercatori dell’Università “Queen Mary” di Londra, dell’Università di Aberdeen.

Quello del professor Whelan è il primo studio clinico – commissionato dal California Prune Board – ad approfondire i dati relativi all’indicazione europea, seguendo i requisiti restrittivi definiti dall’Efsa e a misurare l’impatto sulla funzionalità intestinale utilizzando parametri oggettivi, in contrasto con gli studi precedenti fondati su meccanismi di autovalutazione.

La ricetta della salute: 80 grammi di prugne secche e acqua

La ricerca ha preso in esame un campione di adulti inglesi in salute con un insufficiente apporto di fibre e movimenti intestinali non regolari, evidenziando significative differenze tra coloro che consumavano al contempo 80 o 120 grammi di prugne e acqua e coloro che si limitavano ad aggiungere soltanto l’acqua alla dieta quotidiana.

Stop ai falsi miti: le prugne non ingrassano

L’aumento del consumo di fibre è la giusta strada da seguire per ridurre il rischio di sviluppare patologie come il cancro al colon rettale, emorroidi e costipazione. E, dal momento che nessun cambiamento nel peso è stato riscontrato in alcuno dei partecipanti allo studio, la ricerca ha ancora una volta confutato il “falso” mito secondo cui l’integrazione di prugne nella dieta causerebbe un aumento di peso, rafforzando i risultati di un precedente studio condotto dall’Università di Liverpool nel 2014.

prugneIn Italia solo un adulto su dieci consuma la quantità raccomandata di frutta e verdura

Nonostante gli studi scientifici dimostrino come una regolare assunzione di fibre migliori le funzionalità intestinali, in Italia si stima che il consumo di vegetali, e dunque di fibra, sia ancora largamente insufficiente (fonte Passi – Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia, 2013-2016, www.epicentro.iss.it).

Sembra, infatti, che solo un adulto su dieci consumi la quantità raccomandata di frutta e verdura, soddisfatta dalle cinque porzioni al giorno, mentre cinque adulti su dieci ne consumano non più di due porzioni al giorno, in opposizione a recenti studi che invece evidenziano come sarebbe ancora più salutare aumentarne il dosaggio.

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