Rapporto Coop, boom di vegetariani

I consumi di ortofrutta visti sotto la lente della crisi: l’edizione 2014 del Rapporto Consumi e Distribuzione di Coop ci consegna un paese nel quale si contrae la quota di reddito delle famiglie italiane rivolta ai prodotti alimentari e un approccio che è profondamente influenzato dai trend più moderni che attraversano la società. Così, secondo i dati, rispetto al 2007, gli italiani hanno speso il 13% in meno per la propria alimentazione: nel 2013 la spesa media alimentare mensile di una famiglia di tre persone si è aggirata su 461 euro, contro i 468 del 2012, dei quali frutta e verdura
hanno rappresentato 84 euro, cioè il 18%. Significative le riduzioni negli acquisti, con la frutta che nel triennio 2011.2013, secondo elaborazioni Ref Ricerche su dati Ocse pubblicati nel rapporto, ha lasciato sul terreno il 12% della spesa a valore, mentre la verdura ha perso il 10%.

Nell’anno terminante a giugno 2014, secondo dati Ref Ricerche ottenuti elaborando numeri Nielsen, la verdura fresca confezionata (IV gamma) ha lasciato sul  terreno il 2,2% rispetto allo stesso periodo precedente, un dato che viene dopo una lunga serie di stagioni positive e che segna una sorta di spartiacque tra le condizioni di mercato precedenti e i nuovi paradigmi sociali e di consumo determinati da questa crisi in atto.

Le riduzioni negli acquisti degli italiani mostrano cifre importanti, in linea con altri grandi segmenti del mercato alimentare italiano, che svelano come gli italiani abbiano messo in campo tutte le strategie possibili per risparmiare sulla spesa, dallo spostamento verso prodotti con un posizionamento di prezzo inferiore (il 53% degli italiani ha comprato prodotti più economici che in passato) al ricorso alle promozioni, in netto aumento in tutta la distribuzione moderna in questo frangente di tensioni sulla capacità di spesa da parte delle famiglie. Complessivamente la pressione promozionale nella distribuzione moderna ha superato il 29% nel primo semestre di quest’anno, il che significa che su tre atti di acquisto, uno è avvenuto durante un’operazione promozionale, in larga parte taglio prezzo. Tra gli altri comportamenti anticrisi, le famiglie hanno messo in atto il nomadismo tra le insegne/canali, passando da una all’altra alla ricerca del prezzo migliore (i frequentatori abituali del discount sono passati dal 12,3 del 2012 al 14,4% del 2013) e la massima attenzione nel pianificare gli acquisti, privilegiando quelli utili e cercando di ridurre al minimo gli sprechi.

Purtroppo frutta e verdura fresche sono in testa alla hit parade delle tipologie di prodotto che finiscono nella pattumiera prima che sulla tavola, problema che riguarda un italiano su due, per difficoltà legate alla deperibilità dei generi ortofrutticoli e alla distanza tra il momento dell’acquisto e quello del consumo. Secondo il Rapporto Coop il 34% delle famiglie, secondo le elaborazioni Ref Ricerche su dati Osservatorio sprechi delle famiglie Waste Watcher, lamenta una scarsa durata di frutta e verdura, che andrebbero a male velocemente una volta portate a casa, anche a causa di cattive condizioni di conservazione sul punto vendita. Il Rapporto Consumi e Distribuzione Coop fotografa, quindi, un’Italia più povera, più “amara”, più attenta a fare quadrare il bilancio riducendo la quota di reddito destinata alla spesa alimentare. Tuttavia il Belpaese, visto dalla prospettiva degli acquisti food, in particolare di quelli ortofrutticoli, fa emergere un altro target emergente, i vegetariani, certo di dimensioni numericamente più piccole rispetto a quello già descritto e che punta con decisione su prodotti alimentari di qualità come elemento di salvaguardia della salute. Sotto questo punto di vista non stupiscono l’ascesa del biologico e l’affermazione di uno stile di vita sempre meno improntato al consumo di carne.

Crisi o non crisi non importa: il fatturato del biologico in Gdo è raddoppiato nel periodo 2007-2014, passando da 375 agli stimati 720 milioni di euro, secondo elaborazioni Res Ricerche su dati Nielsen. Proprio lo sbarco sul canale moderno e l’esplosione dei prodotti a marchio bio, hanno contribuito alla democratizzazione di una tipologia di prodotto altrimenti elitaria per via del suo prezzo. Il biologico oggi rappresenta oltre il 2% del totale vendite della Gdo e mostra una progressione continua in queste ultime stagioni che interessa sia frutta e verdura tal quali, sia i prodotti di IV gamma. Con la stessa intensità cresce il numero degli italiani che si dimostrano critici nel consumo della carne, tanto che il Rapporto Coop parla addirittura di “boom”. Secondo dati Eurispes citati nel documento, oggi sono il 6,5% della popolazione i nostri connazionali che hanno rinunciato ad acquistare carne e pesce, mentre lo 0,6% ha rimosso dalla propria dieta tutti i prodotti a base carne e si definisce vegano. E non si tratta di scelte dettate dal portafoglio: scelte etiche sul benessere animale (31% di vegetariani e vegani hanno abbracciato questo regime alimentare per questo motivo), 24% per salvaguardare la salute e il 9% per limitare i danni all’ambiente da parte dell’allevamento industriale.

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