Primo congresso euro-mediterraneo del melone

Si è svolto a metà maggio il primo congresso euro-mediterraneo del melone a Perpignan (Francia) durante il Medfel, organizzato da Areflh (Assemblée des régions européennes fruitières, légumières et horticoles), durante il quale si è parlato di produzione nel mondo e in Europa, consumi, protezione fitosanitaria e di esempi concreti per promuovere il melone in tempi di crisi.

La produzione mondiale del melone, attorno a 32 milioni di t. Primo produttore la Cina con più di 17 milioni di t, seguita dalla Turchia (1,7 milioni t), dall’Iran (1,4 milione t), dall’Egitto e dall’India. In Europa i tre principali produttori sono la Spagna con 27.500 ha e 870.900 t, l’Italia con 25.200 ha e 586.500 t e la Francia con 15.370 ha e 292mila t.

I principali paesi esportatori verso l’Europa sono: Brasile 167.586 t, Marocco 50.910 t, Costa Rica 49.890 t, Honduras 29.864, Tunisia 2.705. I produttori dell’America centrale e del Brasile esportano soprattutto nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. Il Brasile anche in Spagna (23% delle tonnellate esportate)

Per quanto riguarda il consumo, secondo uno studio richiesto dallo Ctifl, presentato in occasione del congresso, l’86% dei consumatori francesi affferma di essere molto o abbastanza soddisfatto del melone consumato. Tra i criteri d’acquisto e di riacquisto, in testa si trova nel 71% dei casi il profumo, seguito dall’aspetto (46%), dal prezzo (34%) e dal peso (31%).

In Europa se ne consumano 2,274 milioni di t, di cui il 50% è diviso equamente tra Italia e Spagna del rimanente 50% il 18% viene consumato in Francia (400.743 t), il resto è suddiviso per gli altri paesi in percentuali inferiori al 6% per ciascuno stato.

Per quanto riguarda l’anguria, gli europei ne consumano 2,590mila t. Confrontando l’evoluzione dei consumi nei periodi 2004-2006 e 2010-2012 emerge un calo significativo nei paesi dove tradizionalmente è più apprezzata. In Grecia e in Italia, rispettivamente 3° e 4° consumatore europeo, si è assistito a una flessione del 29 e del 40%. Rilevanti aumenti soprattutto nel Nord Europa: Paesi Bassi +370%, Danimarca +85%, Gran Bretagna +81%.  

Uno dei vantaggi del melone risiede nel fatto che la sua offerta varietale è molto differenziata poiché include prodotti dalle caratteristiche e dalle strutture diverse come il canari, il piel di sapo (polpa gialla), il galia (polpa verde), il charentais, l’honey dew (polpa arancione) e anche l’anguria: un vantaggio interessante per la segmentazione dell’offerta.

Numerosi paesi sono ancora sotto-consumatori di melone come l’Inghilterra, la Finlandia, l’Ungheria, la Germania, ecc. Esistono dunque margini d’incremento considerevoli, e la qualità è la principale risorsa attorno alla quale è possibile sviluppare quote di mercato presso vecchi e nuovi consumatori.

 

 

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