Con Dorì parte la filiera italiana del kiwi giallo

La varietà di kiwi a polpa gialla made in Italy, AC 1536, sta al centro del progetto di branding avviato con la costituzione, lo scorso mercoledì, del Consorzio Dorì Europe srl che mette insieme tre importanti aziende italiane (Granfrutta Zani di Faenza, Kiwi Uno Spa di Verzuolo nel cuneese e la F.lli Clementi Di Laives a Bolzano) ed alcune europee come la Summerkiwi France e la Summerfruit che detiene la titolarità della licenza.

Il progetto. «L’idea – ci spiega il neo-presidente Giampaolo Dal Pane che è anche presidente di Summerfruit – è quella di avviare un processo di differenziazione sul kiwi con dei partner strategici già impegnati in lavori analoghi su altri fronti con l’intento di integrare un offerta il più possibile differenziata per arrivare sui mercati nazionali ed esteri».

Tra i partner strategici figura Zani, per esempio, che aderendo al gruppo Origine sta già lavorando al lancio della filiera del kiwi a polpa rossa. «Non è detto che in futuro – precisa dal Pane – non possano nascere delle collaborazioni tra le due realtà per un approccio congiunto ai mercati esteri. Intanto stiamo iniziando a piantare e pensiamo di arrivare sugli scaffali della Gdo italiana, francese e spagnola già dal 2017 mentre i primi container verso il far east, Taiwan e Corea del sud, potrebbero partire già dal 2018».

La produzione. Le superfici coltivate – in fase di conversione, sarebbero circa 350 tra Italia, Francia e Spagna e dovrebbero arrivare a produrre, nei tempi concordati circa 6mila tonnellate di prodotto.

«Il nuovo kiwi AC1536  – precisa Da Pane – sviluppato dall’università di Bologna in collaborazione con l’università di Udine, è una varietà precoce rispetto a quelle omologhe già presenti sul mercato, dal momento che matura con un mese di anticipo e può essere raccolto già da settembre. Ha poi un colore della polpa particolarmente intenso, un buon grado zuccherino che oscilla intorno ai 17,5 gradi Brix, un calibro intorno ai 100 grammi ed un minor tasso di acidità».

Le prospettive. L’operazione del consorzio Dorì gioca di aticipo sul rischio paventato dagli operatori del settore, di un eccesso di produzione di kiwi annunciata nel breve periodo dato l’elevato tasso di conversione a cui si sta assistendo per via dell’(ancora) buona redditività di questa varietà. «Lavorando su un discorso di brandizzazione e differenziazione – conclude Dal Pane – stiamo costruendo una risposta a quello che sarà lo scenario di mercato di domani».

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