L’Almeria punta sull’Europa dell’est

Nuovo record per l’export almeriense. Grazie a clima favorevole e prezzo basso del petrolio, la provincia spagnola segna un nuovo risultato storico sui mercati internazionali, in termini di volumi (2,2 mld di tonnellate) e di valore (2 mld di euro), realizzati anche grazie alle nuove piazze da poco entrate nell’Ue, dove la crescita dell’export almeriense (+8,5%) è stata più che doppia rispetto a quella registrata nelle destinazioni tradizionali. Il dato registrato dalla Fondazione Cajamar a fine campagna 2014-15, parla di un aumento dell’export dell’1%: ciò significa che il polo produttivo della Spagna meridionale ha retto bene l’onda d’urto di due anni di embargo russo, nonostante l’87% del totale delle esportazioni siano concentrate ancora nell’eurozona e il rallentamento delle economie emergenti sui cui i player spagnoli avevano recentemente iniziato a investire.

 

Quante melanzane

I risultati di crescita derivano principalmente dall’allargamento a est dell’export ortofrutticolo almeriense, in particolare verso i Paesi da poco entrati nell’Unione. Un vero e proprio record si è registrato in Lettonia e Lituania, che, per esempio, hanno aumentato le importazioni di melanzane del 500% in due anni. Per questa varietà hanno garantito buone performance anche Repubblica Ceca (+66,2%), Polonia (+38,5%) e l’Italia (+31,9%). Per le lattughe vero e proprio boom di vendite in Lituania (+323%); Ungheria (+91%) e Polonia (+38%) con aumenti importanti dei volumi venduti anche nei mercati tradizionali, come Francia (+48,7%) e Germania (+20,9%).

Il record produttivo che ha caratterizzato questa campagna si riferisce all’incremento dell’1,9% degli ettari coltivati (soprattutto in coltura protetta), che ha determinato una crescita dei volumi dell’1,2% e un’impennata dei valori del 14%.

La melanzana può essere senz’altro considerata il prodotto dell’anno, dal momento che il volume totale ha superato le 188mila tonnellate pari al 25,5% in più rispetto alla stagione precedente, anche se ha subito un calo di prezzi del 12% che però è stato compensato dal boom di volumi, comportando comunque un incremento del 10% della redditività per gli agricoltori.

 

Zucchine a peso d’oro

L’incremento di prezzo maggiore (+64%) l’ha registrato la zucchina a fronte di un aumento più contenuto di superfici (+3,4%) e volumi (+4,2%). Questa buona performance delle quotazioni è dovuta in gran parte a una forte riduzione dell’offerta disponibile in Europa e in Spagna che ha favorito l’insolito aumento dei prezzi.

Superiori al 20% gli aumenti di valore per anguria (che ha subito un’impennata di importazioni in Almeria), melone e fagiolini. Per la lattuga gli aumenti si sono assestati tra il 10 e il 20% rispetto alla scorsa campagna, mentre peperoni, pomodori e cetrioli hanno registrato una crescita dei ricavi al di sotto del 4%.

Il prezzo medio raggiunto dei principali prodotti ortofrutticoli è aumentato del 12,8% rispetto al periodo precedente. Questo ha influenzato il valore della produzione che è aumentato mediamente del 14,1%. In buona sostanza si può dire che nella stagione 2014/2015 ha vinto il fattore redditività, che ha compensato le perdite subite l’anno precedente anche a causa del calo dei consumi interni.

 

Mosse vincenti: serre e marketing

La maggiore redditività è stata garantita dalle produzioni in serra, che hanno fatto lievitare il reddito dei produttori di 1,7 miliardi rispetto alla campagna precedente, grazie all’andamento favorevole di tutte le varietà prodotte eccetto peperone, cetriolo e pomodoro. In quest’ultimo caso anche perché le superfici coltivate si sono ridotte del 6,5%.

Sul fronte delle nuove strategie di marketing, una delle tendenze registrate nel comparto ortofrutticolo almeriense è quella di cavalcare il boom delle corse popolari, vere e proprie maratone, come ad esempio la San Silvestro di Madrid, che ha praticamente raddoppiato le iscrizioni in sei anni. L’idea è quella di sviluppare un mercato di IV e V gamma su questo settore, con prodotti freschi che rispondano al fabbisogno nutrizionale degli sportivi.

Da un punto di vista strutturale, infine, la regione ha rivelato una tendenza massiva alla concentrazione. Basti pensare a quella produttiva realizzata dalla fusione tra Coexphal e Ecohal, due grandi associazioni di produttori, o anche al processo di integrazione in atto tra Unica Group e il Gruppo An della valle dell’Ebro, che mira a integrare l’offerta almeriense con produzioni tipiche di quell’area, come, ad esempio mele e pere.

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