Verso un comitato ministeriale sui trasporti di F&V?

Una proposta per la creazione di un Comitato tecnico scientifico ministeriale che possa mitigare le criticità già note nel trasporto di merci deperibili, come l’ortofrutta. Un tema caldo per gli attori della filiera italiana che giocano importanti partite nel commercio mondiale di F&V e più volte è oggetto di aspri contenziosi giudiziari.

Il comitato. L’idea è emersa nel corso del convegno “Trasporto di qualità per alimenti sicuri” di Food’n’Motion che si è tenuto a fine settembre presso l’autodromo di Monza e che è stato moderato da Clara Ricozzi (di diritto eletta presidente del comitato nascente) con un trascorso alle spalle presso il ministero dei trasporti avendo ricoperto a lungo il ruolo direttore generale dell’area trasporti del ministero oltre che essere, adesso, vice-presidente del Freight leader council, un’associazione che riunisce tutti i trasportatori.

«L’esigenza di creare un comitato tecnico scientifico – ha spiegato un portavoce di Food’n’Motion – nasce innanzi tutto da una carenza di dati e informazioni sulla movimentazione e sulla necessità di fare un censimento non solo sulla tipologia dei prodotti movimentati e trasportati in tutte le fasi della catena agroalimentare ma anche della tipologia di vettori utilizzati e della loro qualità. Si tratta di un tema molto delicato e complesso che necessita di essere regolamentato e coordinato posto che l’attuale disciplina coinvolge competenze di più ministeri Mipaaf, MIt, Mise, Minambiente e Ministero della Salute con ASL».

La normativa vigente. Il mancato raccordo tra questi enti rende la disciplina vigente sul trasporto (soprattutto per quel che attiene la gestione della catena del freddo) di fatto inattuata al punto che uno degli obiettivi del comitato tecnico che si vorrebbe costituire presso il ministero sarebbe proprio quello di creare un Protocollo sugli standard del trasporto alimentare.

«I punti oscuri della normativa che, nella prassi quotidiana prestano il fianco a una sorta di disapplicazione di fatto e quindi ad una serie infinita di contenziosi, sono molti – ci ha chiarito Luca Lanini, docente di Logistica e supply chain management presso la sede piacentina dell’università Cattolica del Sacro Cuore, senior consultant nonché uno dei candidati alla composizione del neonato comitato tecnico –. Quello che ci vuole non è una nuova legge. Questa che c’è basta».

Le proposte. «Andrebbe – precisa Lanini – solo declinata meglio, specificata di modo da creare degli elementi di oggettività dai quali non si potrà più prescindere. Si pensi ad esempio all’individuazione del momento esatto in cui andrebbe misurata la temperatura di conservazione della merce. La mia idea, inoltre, sarebbe quella di replicare in Italia il modello francese che affida ad un arbitro terzo la gestione delle controversie in una sorta di fase anticipatoria della controversa giudiziaria. Per il momento la nostra è solo una proposta. Vedremo come evolverà».

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