Mercato di Lusia, prezzi in caduta libera per le orticole

«È un inverno nero per i nostri prodotti ortofrutticoli». È la denuncia che arriva dal mercato di Lusia che ha diffuso i dati relativi alle transazioni di frutta e verdura per i mesi di gennaio e febbraio. La media dei prezzi al chilo che si spuntavano per ciascun prodotto venduto, infatti, nella maggior parte dei casi non ha coperto i costi al produttore. In caduta libera, in particolare i prezzi di lattughe, radicchi, carote e cavoli mentre in controtendenza l’aglio ha registrato dei picchi di redditività con prezzi (media mensile) di 3,71 euro al chilo anche in conseguenza della poca disponibilità di prodotto.

le cause. «Le temperature miti degli ultimi mesi – ha spiegato Rossano Fontan, direttore del mercato di Lusia – hanno determinato degli eccessi produttivi che si sono tradotti in significativi ribassi dei prezzi anche perché le eccezionali quantità di prodotto messe in vendita per ciascuna tipologia hanno anche creato concorrenza anche tra diverse varietà ortofrutticole oltre che con le produzioni provenienti dal sud Italia».

Hanno perso colpi, in questo periodo, persino le famose carote di Lusia che erano riuscite a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nello scenario delle transazioni dentro il mercato arrivando a conquistare il titolo di prodotto principale quotato sui listini del mercato.

Grafico Lusia

carote e porri. L’andamento al ribasso degli ultimi due mesi non le ha risparmiate e le quotazioni di febbraio (media mensile rapportata alla media mensile dell’anno precedente) sono diminuite di un terzo rispetto all’anno scorso raddoppiando la perdita di valore già iniziata a gennaio di quest’anno.

Prezzi al limite delle redditività per il porro. La domanda si è dimostrata interessata all’acquisto solo fino ad una determinata soglia. Se gli addetti alle vendite tentavano un leggero aumento di prezzo, subito gli acquirenti sospendevano gli acquisti.

Pure il prezzemolo, totalmente di provenienza meridionale, è stato oggetto di un disinteresse della domanda favorendo una notevole flessione delle quotazioni.

I radicchi. E’ stato un mese disastroso per il comparto del radicchio. In leggero aumento i volumi scambiati ma a prezzi decisamente bassi. Le quotazioni hanno oscillato per tutto il mese tra i 30 e i 50 centesimi/kg e i produttori hanno preferito stoccare il prodotto nelle celle frigorifere nella speranza di un aumento delle quotazioni nei prossimi mesi. Andamento negativo anche per il radicchio da campo e il tipo rosa dove le quotazioni non hanno mai superato i 2 euro/kg. A questi prezzi di vendita i produttori non coprono neppure le spese di produzione.

Situazione commerciale negativa anche per sedano, spinaci e zucche. A fronte di un aumento delle quantità conferite si deve registrare una marcata riduzione dei prezzi di vendita.

La frutta. Il comparto della frutta, al contrario, registra un incremento delle quotazioni. Mele, pere e kiwi sono stati richiesti in modo continuativo dalla domanda. Pure i volumi movimentati sono stati soddisfacenti.

«Siamo in un periodo in cui – ci spiega Roberto Pomaro dell’ufficio statistico del mercato – i commercianti vengono poco. Normalmente questo è un periodo di bassa del mercato dal momento che dovrebbe coincidere con una diminuzione dei volumi di prodotto in vendita al punto che di norma i buyer, in questi mesi, si rivolgono ai mercati vicini. Per capirci, se di norma il numero dei commercianti presenti è 100 in questo periodo si riduce a 30. Il boom di volumi ha quindi creato una situazione di ingolfamento che è stata più sentita del solito e che ha causato il forte ribasso dei prezzi che in molti casi non hanno neanche coperto i costi al produttore».

Lusia margini per il produttore

I margini del produttore. Al di sotto dei costi di produzione i cavolfiori ad esempio, che a febbraio sono stati venduti mediamente per 0,68 euro al chilo a fronte dei costi di produzione di 0,79 euro. Lo stesso discorso dicasi anche per il radicchio rosso tondo (venduto a 0,39 centesimi quando il costo per produrlo è di 70 centesimi al chilo), la lattuga gentile (prezzo: 60 centesimi al chilo, costo: 66); il radicchio variegato di Lusia (prezzo: 37 centesimi, costo: 70) e, infine il porro (prezzo: 58 centesimi, costo: 60).

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