Almeria, nel primo trimestre perdite per 15mila euro per ettaro

Perdite di redditività di quasi 15mila per ettaro. Sono questi i dati che Asaja, l’associazione agraria spagnola dei giovani agricoltori riferisce relativamente al primo trimestre del 2016 per i produttori dell’Almeria.

«A fronte di un incremento di valore dato dall’aumento dei volumi e quantificato in 5mila euro per ettaro – si legge in una nota dell’associazione – la caduta dei prezzi ha determinato un calo di rientri di 19.500 euro per ettaro con la conseguenza che il primo trimestre del 2016 è caratterizzato da un rosso di quasi 15mila euro per ettaro».

Quella che si prospetta, insomma, è una delle peggiori stagioni degli ultimi anni con un calo di prezzi generalizzato dell’ortofrutta che si attesta al 16% in meno rispetto alla precedente campagna e che vede maggiormente penalizzate le orticole.

La campagna. «Questa prima parte della campagna – ha spiegato Francisco Vargas, presidente di Asaja – è stata disastrosa ed il calo dei prezzi ha colpito indistintamente tutte le colture anche quelle che hanno accusato l’abbassamento delle temperature o quelle che hanno registrato un rallentamento dei cicli produttivi. Ad aggravare la situazione il fatto che complessivamente la produzione è aumentata del 10% a causa delle temperature elevate in autunno e in inverno e questo fatto non ha permesso di compensare i costi extra che gli agricoltori hanno dovuto sostenere per far fronte alle condizioni climatiche eccezionali».

Il cappio dei prezzi bassi non strozza solo gli agricoltori che in prima persona patiscono la crisi, ma anche tutto l’indotto conseguente che dipende dal buono stato di salute del settore primario come l’industria ausiliaria o quegli enti finanziari che hanno puntato su questo settore per equilibrare i propri bilanci.

I rischi. «Se gli agricoltori non ottengono una redditività adeguata – precisa Vargas – la situazione tenderà a compliucarsi anche per chi ha finanziato privatamente il settore. Per questo continuiamo a insistere sul fatto che il settore ortofrutticolo almeriense deve darsi una mossa e trovare delle soluzioni e misure urgenti per evitare che il prossimo anno si continui su questa china. Occorre cambiare il modello di business e trovarne uno che garantisca all’agricoltore un prezzo equo. In tal senso, tra le altre questioni relative al miglioramento della gestione delle crisi di mercato, abbiamo proposto l’applicazione dei contratti previsti dal codice delle buone pratiche. C’è molto lavoro da fare e molte cose da migliorare. Per contrastare la letargia in cui sembra caduta la parte commerciale e la politica, non escludiamo azioni forti per promuovere il cambiamento necessario per il bene di tutti coloro che vivono e dipendono frutta e verdura la nostra provincia».

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