Ekoplaza lancia il reparto plastic free mentre cresce l’attenzione per un uso più ecosostenibile degli imballaggi

Dall'esempio del retailer olandese Ekoplaza, che lancia il reparto con prodotti senza plastica a ciò che si sta muovendo in Europa e nel mondo per limitare l'utilizzo di plastica dove non necessaria

Biologico, ecosostenibilità, riciclabile, sono parole sempre più comuni nella comunicazione di molte insegne retail e produttori di alimenti. L’esperienza più diffusa però è quella di acquistare più imballaggi che prodotti, e ritrovarsi sempre pieno il cesto della plastica da riciclare.

Molti alimenti infatti, e l’ortofrutta confezionata è un esempio lampante, magari curatissimi per materie prime e ricette, “sbracano” se si guarda all’imballo, usano troppa plastica, o addirittura pack non riciclabili.

Se poi pensiamo che l’imballo, per i prodotti freschi, serve in realtà per un tempo molto ridotto, è facile capire quanto margine di miglioramento ci sia nel plastic free.

L’esempio Ekoplaza, il reparto plastic free

Primo in Europa e nel mondo, il retailer olandese bio attivo con l’insegna Ekoplaza ha proposto ad Amsterdam il primo reparto plastic free, in collaborazione con A Plastic Planet, organizzazione inglese che si è posta l’obiettivo di eliminare l’uso improprio della plastica, proprio evidenziando le contraddizioni di un uso così pervasivo.

Gli olandesi di Ekoplaza hanno selezionato 700 prodotti trasversalmente nelle categorie del supermercato e li hanno posizionati in uno stesso reparto, ben in evidenza. Gli imballi escludono totalmente la plastica a favore di materiale compostabile, vetro, metallo e cartone.

L’esperimento per ora ha coinvolto alimenti quali cereali, yogurt, cioccolato, carni, salse e ha richiesto, da parte dell’insegna rappresentata dalla co-fondatrice Sian Sutherland, un lavoro di anni e rappresenta per ora un esempio al quale si spera molti potrebbero ispirarsi. Obiettivo di Ekoplaza è estendere il progetto a tutti i punti di vendita.

Oltre l’Olanda, cosa succede in Europa

La premier inglese Theresa May ha auspicato la diffusione dell’iniziativa presso altre insegne in un discorso, e diversi Paesi sono intervenuti sul tema. L’Unione Europea ha emesso un piano per rendere riciclabili completamente le plastiche entro il 2030, e poiché questo tipo di rifiuto viene spesso “esportato”, la Cina per esempio ha attivato da gennaio un blocco all’importazione di spazzatura in plastica proveniente da altri Paesi.

Per quanto riguarda la tassazione o restrizione nell’uso della plastica, l’Italia con l’arcinota legge entrata in vigore a gennaio di quest’anno è in buona compagnia, con la Francia e altre 40 nazioni nel mondo, tra cui anche il Rwanda. Il bando dei sacchetti è una direttiva europea alla quale i diversi Paesi si stanno adattando. Il metodo, razionale, dovrebbe essere quello di evitare l’uso non giustificato di questo materiale, limitandolo alle applicazioni per le quali non è possibile farne a meno.

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