Sfera Agricola: aumentiamo le superfici ed esportiamo il modello a Dubai #vocidellortofrutta

La più grande serra idroponica d’Italia, neo vincitrice di un premio sulla sostenibilità, punta ad arrivare a 300 ettari in dieci anni ed è oggi fornitrice di oltre una ventina di catene della gdo. Ma guarda anche all’estero, come racconta il founder e ad Luigi Galimberti

Luigi Galimberti, fondatore e amministratore delegato di Sfera Agricola
Luigi Galimberti, founder e ad di Sfera Agricola

Con 13 ettari di superficie, Sfera Agricola, è la serra idroponica più grande d’Italia. Nata nel 2018, è cresciuta fino ad arrivare a 250 dipendenti, con un’età media di 27 anni. Oggi è tra i fornitori di oltre una ventina di catene della gdo: il pomodoro datterino, ciliegino, piccadilly e a grappolo i prodotti di punta. Quest’anno supererà i 3 milioni di chili: una produttività doppia rispetto al campo aperto, con un risparmio del 90% d’acqua.  L’obiettivo è arrivare a 300 ettari in dieci anni, come racconta il founder e ad Luigi Galimberti, contribuendo alla crescita di serre tecnologiche più sostenibili. Con Irritec ha vinto recentemente Agrifuture, il contest sulle buone pratiche di innovazione orientate alla sostenibilità delle aziende agroalimentari italiane, promosso dal Santa Chiara Lab dell’Università di Siena in collaborazione con Maker Faire Rome-The European Edition, il Commissariato italiano per Expo 2020 Dubai e il supporto di Rinnovabili.it.

Che significato ha la conquista del Premio?

Sfera Agricola punta ad arrivare a 300 ettari in idroponica in dieci anni
Sfera Agricola punta ad arrivare a 300 ettari in idroponica

“Abbiamo partecipato come tante start up all’evento e abbiamo vinto il premio sostenibilità. Questo ci dà l’opportunità di poter rappresentare l’Italia a Dubai insieme a una sessantina di aziende. Oggi siamo una Pmi innovativa. Saremo lì da ottobre 2021 a febbraio 2022. Allestiremo uno spazio per raccontare quello che abbiamo fatto in Italia e che potremmo fare in altri Paesi. Nasciamo come start up ma dobbiamo crescere. Vogliamo proporre il nostro modello in altri Paesi come seconda priorità, visto che siamo ancora molto concentrati sull’Italia. Stiamo strizzando l’occhio all’estero”.

È possibile esportare il vostro modello?

L’hanno dimostrato gli olandesi che hanno esportato la loro tecnologia ovunque. Noi abbiamo trovato una nostra via per fare serre tecnologiche. Queste nascono per i fiori in Olanda. Con la spinta dei cambiamenti climatici, l’aumento della popolazione e la scarsità delle risorse sono ormai una necessità. Oggi solo sugli ortaggi ci sono in Olanda mille ettari di serre tecnologiche contro i 73 dell’Italia, compresa la nostra. Ogni anno importiamo 150 mila tonnellate di pomodori e da Spagna e Olanda l’85% dei peperoni che consumiamo. Mille ettari di serre tecnologiche in Italia soddisfarebbero i bisogni interni. È quello che fanno anche gli Usa che importavano ortaggi a buon mercato dal Messico e ora si stanno organizzando internamente con le serre tecnologiche.

In Italia siete sempre più presenti nella gdo?

Oltre una ventina di catene. Siamo, tra le altre, in Conad Nord Ovest, Conad Adriatico, Pac 2000A, Coop Tirreno, Unicoop Firenze, Coop Centro, Carrefour, Etruria Retail, Crai Sardegna, Crai Tirreno, Tigros. I nostri prodotti di punta sono datterino, piccadilly, ciliegino, a grappolo, tutti contraddistinti dall’alto gusto. Quest’anno supereremo i 3 milioni di chili: sono in aumento perché abbiamo lavorato sula gestione agronomica. Noi però puntiamo al gusto: siamo campioni di giusto.

Il pomodoro ha perso un po’ il gusto?

Pomodoro prodotto in idroponica da Sfera Agricola
Pomodoro fuori suolo Sfera Agricola

Noi lavoriamo con diverse aziende sementiere, da Syngenta a Nunhems. Il lavoro sulla genetica ha puntato molto sulle resistenze e si è perso un po’ il sapore. Tutte le case però hanno varietà ad alto gusto e noi cerchiamo queste. Tra quelle note ci sono per esempio Angel, Solarino, Proxy e il nome è riportato nel packaging. Selezioniamo anche varietà che sono ancora in sigla e che testiamo prima che arrivino a catalogo. Investiamo, così, insieme alle aziende sementiere.

Che packaging utilizza Sfera Agricola?

Cartone riciclabile da sempre e un film plastico di pochissimi grammi. Non riusciamo ancora a trovare un film compostabile di qualità.

Quali altri prodotti avete a catalogo?

Dallo scorso anno, con soddisfazione, insalate di quattro tipi: i consumatori dicono che non serve condirle tanto sono gustose. Abbiamo Salanova, Trocadero, gentilina e riccia. E poi basilico.

Quali sono i futuri piani strategici?

Sfera Agricola risparmia il 90% d'acqua grazie all'idroponica
Sfera Agricola risparmia il 90% d’acqua

Entro il primo semestre di quest’anno vogliamo aumentare gli ettari: l’obiettivo è arrivare a 300 nei prossimi dieci, dislocati in tutta Italia, soprattutto nelle regioni dove vogliamo vendere: Lombardia, Piemonte, Lazio: poi Toscana e, al Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna. Vogliamo realizzare big farm da 20 a 40 ettari. Siamo in trattativa con alcuni investitori: c’è la spinta del Recovery plan, è il momento.

Possiamo dire che Sfera Agricola è soprattutto un produttore italiano di contro stagione?

In Toscana vendiamo il pomodoro tutto l’anno: quando arriva quello locale gli lasciamo un po’ di spazio. Lo facciamo in accordo con la gdo. Nel periodo estivo ci sono opportunità per tutti, ma d’inverno siamo solo noi che produciamo.

 

 

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