Kiwi in Cina, Origine Group fa accordi in un mercato che ha perso il 33% negli ultimi 3 anni

Interesse soprattutto sull'innovativa varietà rossa, mentre lo snellimento delle procedure dovrebbe portare a invertire la tendenza, come confermato da Elisa Macchi del Cso Italy

La missione di Origine Group in Sichuan, in vista di una collaborazione sul kiwi
La missione di Origine Group in Sichuan per il kiwi

Collaborazione in vista tra Origine Group (il consorzio è presente in questi giorni ad Asia Fruit Logistica, allo stand H3 F20) e Hua Sheng Agricultural, una delle più importanti aziende della Provincia cinese nel settore del kiwi. L’accordo di collaborazione tecnica dovrebbe focalizzarsi in particolare sulla varietà rossa.

Hua Sheng Agricultural coltiva circa 150 ettari a kiwi giallo e rosso

Alessandro Zampagna (nella foto da sinistra), Reen Nordin e Alberto Garbuglia (consigliere delegato Origine Group)
Alessandro Zampagna (da sinistra), Reen Nordin e Alberto Garbuglia (consigliere delegato Origine group)

Il direttore di Origine Group Alessandro Zampagna e la sales manager Reen Nordin, durante la visita in Sichuan, hanno potuto apprezzare le coltivazioni di Hua Sheng Agricultural, circa 150 ettari a kiwi giallo e rosso, con proprie varietà brevettate. Origine Group intende, in particolare, sviluppare in Italia la varietà rossa.

L’azienda cinese, a sua volta, si è detta interessata alle tecniche di coltivazione sviluppate dalle aziende socie di Origine Group (10 importanti imprese ortofrutticole italiane e cilene).

Ma l’export del prodotto italiano in Cina è calato del 33% in 3 anni

Kiwi durante la maturazione
Kiwi in maturazione

L’Italia è primo produttore in Europa e tra i primi al mondo di kiwi. Recentemente il prodotto italiano per la prima volta è stato al centro al centro di una campagna di comunicazione promossa da OrtofruttaItalia e patrocinata dal Mipaaft.

Eppure i dati sull’export in Cina non sono brillanti. Dal 2016 al 2018 il calo a valore è stato del 33% secondo fonte Ice. Un dato che sorprende alla luce anche dello snellimento delle procedure di export grazie al trattamento a freddo. 

“Lo snellimento delle procedure e il trattamento a freddo –fa sapere Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy–  sicuramente rappresentano un miglioramento delle condizioni necessarie per l’esportazione. Ma va considerato che le ultime campagne di commercializzazione sono state caratterizzate da una offerta molto contenuta. La produzione commercializzabile italiana, infatti, si è aggirata al di sotto delle 400 mila tonnellate, livello molto al di sotto della potenzialità produttiva del nostro Paese. È chiaro che il calo produttivo ha ostacolato lo sviluppo dell’export di kiwi soprattutto nei Paesi terzi”.

 

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