Prezzi in picchiata per gli agrumi, l’allarme di Confagricoltura Taranto

Il valore degli agrumi alla produzione è ai minimi con 44 centesimi al chilo a novembre per le clementine e 37 centesimi al chilo per le arance

Il caldo di giugno ha diminuito il raccolto delle clementine che soffrono la concorrenza spagnola

Il mercato degli agrumi è sempre più in crisi a causa dei prezzi in discesa nel tarantino. Tra il 40 e 50 per cento della produzione rischia di restare sul campo, comprese le clementine, prodotto principe dell’area compresa tra Massafra, Castellaneta, Ginosa, Palagianello e Palagiano, dove operano quasi 2mila aziende.

Il valore alla produzione si attesta sui 44 centesimi al chilo a novembre per le clementine, ossia meno 18 per cento rispetto al mese precedente (54 cent/kg), 37 centesimi/kg per le arance, in risalita di un misero 1,6% nello stesso periodo. A rischio c’è un settore, quello agrumicolo, che vale tra i 60 e gli 80 milioni annui e si avvale di diverse migliaia di giornate dei lavoratori agricoli.

“A gennaio – dice Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto e vicepresidente regionale – i prezzi sono ulteriormente crollati. Sulla piazza di Taranto le clementine quotano all’origine tra 23 e 28 cent al chilo, mentre le arance tra 28 e 33. Sono le cifre di un vero e proprio disastro, contro il quale stiamo provando a costruire un argine comune con la Provincia di Taranto”.

 

Le richieste di Confagricoltura Taranto

“Alla Provincia – ricorda il presidente di Confagricoltura Taranto – abbiamo chiesto, in particolare, di aprire una corsia di precedenza per l’assegnazione agli agricoltori dei fondi della gelata 2017, si tratta di oltre 2 milioni di euro; di lanciare un’intensa campagna pubblicitaria, finanziata dai Comuni territorialmente investiti dal problema per spingere le vendite alle migliori condizioni di mercato; siglare accordi con le Op per l’assorbimento, anche parziale, dell’enorme quantitativo di prodotti ancora sulle piante; mettere in campo politiche di sostegno al reddito, di riduzione degli oneri contributivi e delle imposte a carico delle aziende agricole, moratorie dei mutui e di ogni forma di finanziamento alle imprese agricole”.

 

 

 

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