Salvi, Fruitimprese: “L’Italia deve spingere sui nuovi mercati”

Un primo bilancio sulla frutta estiva e sull’avvio della campagna 2018 di uva da tavola che secondo il presidente di Fruitimprese delinea i nuovi trend

Marco Salvi, presidente di Fruitimprese

La conquista di nuovi mercati export è strategica per l’ortofrutta italiana anche se il 2018 sarà ricordato come un anno fuori dalla norma: in linea generale i prezzi della frutta  si sono infatti mantenuti su livelli soddisfacenti per i produttori a causa della mancanza di offerta. Anche in estate, come segnala Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, l’associazione delle imprese import export del settore: “Abbiamo riscontrato – – un andamento positivo delle quotazioni della frutta estiva perché l’offerta era scarsa in tutta Europa per effetto delle gelate primaverili”.

“Si è constatato – avverte Salvi – che l’unico modo per difendere i prezzi e dare reddito ai produttori agricoli è proprio la mancanza di prodotto. Significa però che quando i volumi di produzione si riposizioneranno su livelli medi o abbondanti dovremmo riuscire ad esportare di più puntando sui nuovi mercati. Garantire infatti un elevato livello qualitativo del prodotto italiano va bene, ma se ci deve essere sempre un equilibrio tra domanda e offerta per il futuro sono necessarie analisi approfondite”.

 

Positivo l’avvio della campagna 2018 dell’uva da tavola

Per quanto riguarda la campagna in corso dell’uva da tavola, Salvi valuta ne positivamente il debutto: I volumi esportati sono sostenuti e il mercato predilige sempre più, per le vendite oltreconfine, l’uva senza semi. “Il percorso – precisa Salvi – seguito anche dall’uva prodotta in Italia, ossia la diversificazione delle varietà e la scelta di quelle più richieste dal mercato, soprattutto l’offerta di uva apirene, sta dando i suoi risultati. Sull’export commercializziamo oggi sicuramente più prodotto senza semi. Germania, Olanda e Paesi Bassi stanno aumentando la domanda di uva di questo tipo, senza contare il mercato inglese, che chiede solo quella”. Il mercato nazionale è forse, come fa notare Salvi, ancora legato alle varietà di uva più tradizionali ma si sta cominciando ad apprezzare questa tendenza di varietà dolci ed esteticamente più ineccepibili”.

 

Crollano i volumi export di frutta nei primi cinque mesi del 2018

Nei primi cinque mesi del 2018  i volumi di frutta e verdura spediti oltreconfine sono scesi quasi del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente fermandosi al milione e 425mila tonnellate.  Lo rilevano i dati elaborati da Fruitimprese, l’associazione delle imprese import export del settore (escludendo i dati della frutta estiva).

La flessione in valore è stata più contenuta e si è limitata al 2,3%, segno che i prezzi di vendita sono aumentati generando un fatturato all’estero di 1 miliardo e 948 milioni di euro.  Un tonfo ha fatto la frutta fresca che ha ceduto il 27,1% precipitando alle 633.563 tonnellate. In valore la perdita è comunque inferiore, flette del 3,9% fermandosi a poco più di 839,8 milioni di euro, segno che si è venduto a prezzi più alti (gli approfondimenti sul nuovo numero cartaceo di Fresh Point Magazine in distribuzione a breve).

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